Silvia Mangone

Nasco bimba ma quasi certamente avrei dovuto nascere bottiglia di vino. Al momento dell'entrata in scena mi hanno dato l'ultimatum: o nasci bimba o nasci calzamaglia di flanella. Scelsi bimba ma con varie ambiguità. All'età di trentadue anni ho finalmente imparato a lasciare la tangenziale uscendo a Fiorentini senza rientrare subito dopo in tangenziale per poi uscire a Togliatti senza capire di aver fatto una fagianata.

Studentessa di liceo classico, poi di Scienze Umanistiche – Teatro e arti performative, dopo aver cavalcato per poco il mio amore per il teatro e per la follia avvicinandomi alla Dramma Teatro Terapia e al teatro sociale, incontro il mondo della Clown Terapia e inizio il viaggio più bello del mondo: divento, anzi, mi scopro naso rosso.

Nove anni come Clown Dottore e quattro anni sterile in coppia e poliabortiva per predisposizione personale, frequento il mondo della PMA e imparo tantissime cose mediche e soprattutto molte parolacce.  Scrivo un blog molto ambiguo, lo spettro del mio destino sfiorato come calzamaglia di 800 denari sempre vivo,  mi faccio chiamare Petalo Blu. Dopo tanti, tantissimi dolori, esco in parte dal vuoto della sterilità dopo che uno degli embrioncini crioconservati ha attecchito. Nove mesi di perdite e un mago della ginecologia e dall'umanità gigantesca, tutto il periodo allettata e l'inizio di un'attività di handmade “Le Pinolerie” da cui nasce la cameretta dei bambini (per bambini si intende ..io).

Al sesto mese una forte emorragia, il dottore del ps che mi consiglia di non chiamare il bimbo come tale ma di considerarlo meno di un feto, la scelta di parlargli a mente, di pancia, di non chiedergli niente, neanche di restare. Fino alla fine Santiago non ha ricevuto richieste, solamente fiducia e un piccolo rito che mi vedeva al mattino e alla sera intenta a fare un cerchio sulla pancia con la pietra crisocolla, un mezzo cerchio era l'augurio di stare “in salute” e l'altro di stare “in fantasia”.

Di seguito molte delle mie password sarebbero state “in salute e in fantasia”!

E poi,

La cicogna Fivetta.

Di me parlano le persone che cerco in continuazione per vederle felici, le cose belle in ognidove, quelle emozioni che non  sanno raccontarsi e grazie a Simona hanno potuto diventare favola, facendomi scoprire colori che non sapevo neanche di avere in testa, capelli bianchi inclusi.

Dicevo l'altro giorno:

Quando siamo stati sterili e successivamente "genitori" in lutto; ricordo di aver costantemente sofferto per due immensi dolori: il dolore per un vuoto innaturale e inappropriato agli occhi del mio cuore e il dolore vertiginoso per l'incapacità di quasi tutte le persone attorno, escluso chi purtroppo se la passava come noi e qualche altra anima nobile,di rapportarsi al primo dolore.
Potranno esserci giornate dedicate ad ogni cosa ma ogni santo giorno ricordiamo di prenderci cura l'uno dell'altro, perchè sorridiamo e piangiamo allo stesso modo ma in pochi sappiamo dire "grazie" . 

In ogni caso, se fossi stata vino, probabilmente avrei organizzato con un'amica un aperitivo e ci saremmo gioiosamente bevute a vicenda.